sabato, settembre 30, 2006

Intervista a Roberto Saviano, autore di Gomorra, su Carmilla,

QUI
Un brano dell'intervista (RS. è Saviano):

"FF. Tra i due sistemi (quello politico/ufficiale e quello camorristico) vive, si agita e qualche volta lotta, la società civile. A quale società civile ti rivolgi?

RS. Non mi rivolgo alla società civile. Non so cosa significhi, è una parola che non mi piace. Una di quelle parole di sinistra, che non so bene cosa vadano ad identificare. Mi rivolgo ad un pubblico che sente necessità di comprendere e non vuole avere a che fare con una parola di evasione ma vuole lasciarsi invadere. E mi rivolgo anche alla mia gente, intendendo chi non si è arreso, chi non è raccontato, chi non è considerato, chi da queste parti ha fatto di tutto per mostrare che mezza Italia vive il proprio sviluppo con le cinetiche economiche innescate da queste parti… E si è sentito dire per anni che erano tutte invenzioni, tutte balle, tutta fuffa delirante, tuta esagerazione. E gli 80 cadaveri in poco più di due settimane della faida di Secondigliano hanno sbattuto la realtà sul muso di tutti. E quando passando davanti ad una bottega di fruttivendolo, ho visto un garzone tenersi Gomorra tra le mani e ficcarci il viso nei minuti di tempo libero dal lavoro, beh la soddisfazione è stata più di ricevere 100 recensioni.

..leggetelo sto cacchio di libro!

martedì, settembre 26, 2006

Parafrasando i Wu Ming: io non sono un critico musicale. Da qui racconterò alcuni dei miei ascolti senza nessuna pretesa e senza nessun parametro se non quello che mi dicono le orecchie.
I commenti sono necessari più che graditi.
Anima Latina



Cosa ti dicevo mai? A che punto ero?

il disco della voce.

questi strani vuoti della mente mia.
il disco dell'assenza della voce.


Anima alzati apriti abbracciala abbracciali abbracciati


il disco della parola svuotata del significato.

Allontaniamoci verso il centro dell'universo

il disco dalle parole significative.

Mogol è un genio o un cialtrone?
Battisti è un geniale cialtrone.

Anonima la casa, anonima la gente, anonimo anch'io

Il ragazzo riccio del paesino della sabina, volato via da una terra arida, ignorante, che non lo amava.
Arrivato in una Roma così diversa, così poco metropoli, luogo in cui una generazione di giovani figli del boom andavano a cercare un futuro moderno e modernista, portandosi dietro i loro paeselli.
Il ragazzo che appena potrà fuggirà lontano da questa Roma cialtrona.
E costruirà la sua isola.Lui così distante, una voce così distante.
E ancor più solo, senza loro e te, io disperato con un mantello alato sopra un monte corro e a braccia aperte e ad occhi chiusi gettandomi, come posso, mi soccorro
Il disco dell'anima, così vicina, che risplende su una voce così lontana.

E per trovarla quell'anima inseguita da Poggio Bustone in giro per il mondo Lucio parte, prima sale su un'astronave fatta di Basso & Batteria e và lì dove l'anima stà incendiando le gambe i culi e the Souls, dell'America di nero Funk.
E quando quel suo pianto, patetica risposta al mio no divenne un loden verde che in un angolo di strada cancellò, soffocai la mia sensibilità dietro la statua della libertà.
Ma non basta, il viaggio riprende e scende giù, altra terra invasa, evasa, di incontri scontri La vita dentro agli occhi dei bambini denutriti, allegramente malvestiti quel Sudamerica invaso e pervaso E s'agita nel sangue delle genti dai canti e dalle risa rinvigorite Gli indios, gli Spagnoli Gli Americani i soliti Italiani, e ancora Inglesi, Francesi..per finire nel grembo di grosse mamme antiche dalla pelle marrone. che nessun detersivo potente può aver veramente sbiaditi.
E tutto si riflette negli occhi (e nell'assenza di una voce) di quel giovane, un giovane triste che cerca, e non si ferma e non trova se stesso, e si ritrova solo in quell'assenza
Ma io avrò cercato solamente altrove quel contatto che qui non trovo, che qui non ho...
Quella voce che si nasconde nelle pieghe del suono.
Io so che incertezza uccide ogni ebrezza che nasce in noi.
Un suono che parte da qui, da quest'Italietta patria di una magia semplice e misteriosa, quell'idea della melodia che parla al core, così cialtrona, ancora una volta, e così irresistibile.Un suono che si riconosce nell'algida Albione terra di evoluzioni e elettricità, Suono che attraversa l'oceano e arriva nella patria di tutte le musiche del'900: l'America; l'America che Lucio guarda con gli occhi del bimbo che stupisce davanti ai grattaceli e di fronte ad un suono splendente, come il gioco d'infanzia.

E s'agita nel sangue delle genti dai canti e dalle risa rinvigorite che nessuna forza, per quanto potente, può aver veramente piegate.

Ma il suono di Lucio è soprattutto quel suono Brasiliano di Veloso e Gilberto Gil che combattono le armi spianate con il loro Suono che ride e fà ballare, e si sà che quando il culo si muove il cervello e l'anima gli vanno dietro.

Alzati in punta di piedi
Appoggiati contro di me.

E Lucio torna in Italia e butta tutto dentro il suo calderone, e crea il miracolo, la sintesi della sua melodia, del brasile che soffre e balla, dell' America e il Nuovo mondo,una musica viva;ma ancora una volta Lucio risplende nell'assenza, sà che la sua forza è l'assenza; il non appartenere a nessun luogo attraversandoli tutti,
E' una vela... è una vela la mia mente prua verso l'altra gente vento, magica corrente...
e Mogol amico fedele lo insegue e scrive i suoi versi più sospesi, leggeri, quasi slegati uno dall'altro; li regala all'amico quasi incompleti, fili colorati che Lucio saprà annodare.

Se ne andrà molto presto. Qualche frutto darà forse ancora... Generosa talvolta com'è la natura. Ah! Se avessi il tempo per amarti un po' di più.

Qui per la prima volta la voce si nasconde, gioca a farsi gutturale, e plana su tutto il resto, vortica e improvvisamente si rialza e si fà leggera e inconsistente.
Lucio accarezza le orecchie di un popolo abituato a parole urlate o declamate; comunque sempre in primo piano, sempre lì a reclamare la superiorità del dire.
Lucio racconta i colori e gli amori rimastigli impressi negli occhi con l'assenza delle parole, trattando la sua voce come uno strumento qualsiasi, giocando con (nell') assenza della sua splendida, trasparente (non)voce.

Tra i fili di un tessuto di riti e paure, di rabbie e di preghiere.
Siamo, siamo, siamo, siamo vivi e dobbiamo restarlo perchè:
programmare una vita in un giorno vuol dire morire









(tutti i versi in verde sono di Mogol, da :"Anima Latina" di L.Battisti)

sabato, settembre 23, 2006


"Sovente, iscritti a /Giap/ ci chiedono quali libri ci sono piaciuti tra quelli usciti di recente. Noi non siamo critici letterari, il nostro parere conta come quello di qualunque altro lettore, e abbiamo criteri di valutazione che potrebbero sembrare balzani:"
[Wu Ming]

Così cominciava il primo numero di Nandropausa.
Per chi non sapesse niente di Wu Ming riassumo brutalmente: Collettivo-Band di 5 scrittori.Per maggiori informazione vedere link a lato.

Per alcuni il recensir è un'arte, il dono della sintesi, di saper dire con altre (a volte belle ) parole cosa un libro lascia dentro quando scorre come un fiume, quali sono i detriti rimasti una volta andata via l'acqua.

I Wu Ming questo dono ce l'hanno, e con passione disegnano una mappa di libri interessanti; quanto meno per loro.E avolte anche per me.
Qui proporrò stralci di Nandropausa, spero utili e interessanti per voi; di certo utili a me.

E come il granchio comincio all'incontrè, dall'ultimo numero:

(i grassetti sono miei)

Gomorra è narrazione che lacera, incide a fondo la carne, afferra la gola. Gomorra è rabbia lucida che svela, kalashnikov che scrive sui muri, forellini tutti uguali, la parola. "Economia".Ci sono tre persone che prima di ogni altra dovrebbero leggere Gomorra: si chiamano Padoa Schioppa, Draghi, Bersani. Dovrebbero proprio confrontarsi, davvero, con il più importante saggio di economia pubblicato in questo paese da molti anni a questa parte. Gomorra ci squarcia il petto raccontandoci la Cina e l'India. Qui da noi. Noi. Cinesi di noi stessi. Noi che insegniamo ai cinesi come fare la Cina. I cinesi che insegnano a noi. Signori, ecco la crescita, il PIL, le plusvalenze, la modernizzazione.Gomorra non è un saggio d'economia. Gomorra può uccidere, uccide, nel paese dove comandano i morti. Racconto di viscere, organi interni, sparpagliati e dilaniati dentro il corpo di Napoli. Verbo che diventa carne, eresia estrema, violazione del tempio. Letteratura nel senso più alto che mi riesce di immaginare. Gomorra è insulto a chi dice che oggi non si scrive nulla di interessante.Densità di crudi fatti al limite dell'asfissia. Scenari dipinti a mostrare che il Texas l'abbiamo inventato noi. Personaggi memorabili: almeno due. Pikachu e Pasquale, destinati a non abbandonarmi mai più.O' Sistema.Fare un pezzo.Stakeholder.Libro da cui si può imparare quasi quanto una vita intera. Non voglio raccontare alcun episodio che vi è contenuto, chi legge queste poche righe deve leggere il libro, non le mie stronzate o il riassunto.Ho quarantadue anni, vent'anni fa andai via da Gomorra, la mia città, senza un progetto o idee chiare. Erano anni di un'altra guerra in tutto uguale e diversa da quella di oggi. In tutto uguale e diversa. Non ebbi le palle, il coraggio, la determinazione di guardare la bestia negli occhi, in volto, e descriverne i lineamenti. Andai, e basta. Gomorra ha evocato ricordi, scoperchiato emozioni, scavato gallerie, ma giuro che è una lettura necessaria anche per chi non viene da quelle terre.Gomorra è un libro destinato a rimanere a lungo, anche in un paese decerebrato come il nostro.Il suo autore, Roberto Saviano, una perla rara e preziosa, che andrebbe coltivata con cura, orgoglio, amore. [WM3]

Da:http://www.wumingfoundation.com/italiano/Giap/nandropausa10.htm

ne parliamo?

Io il libro l'ho letto.Sarebbe atto dovuto da chiunque si dice "informato" sui fatti di'Italia, leggerlo.
Affaraccio Telecom

Che succede?

Chi sono gli attori della farsa?

Questo quale atto è?

E noi stavamo tutti al cesso o al Bar, mentre lo spettacolo iniziava?

Per chi come me s'è perso gran parte dello show e vorrebbe capire che sta succedendo incollo un passaggio segreto che porta a un tentativo di chiarimento di Sbancor su Carmilla on line, qui un estratto:

"Guido Rossi che come Presidente Telecom aveva guidato la privatizzazione lasciò l'incarico subito dopo (novembre) in polemica con D'Alema, accusato di aver guidato la privatizzazione in mano ai "poteri forti".

Fu eletto un Presidente "improbabile", tal certo Rossignolo, che ricordo aver incontrato nella hall di un albergo milanese mentre cercava di spacciare una fabbrica di televisori fallita.

Ma era un ex dipendente FIAT e un "famiglio" di Casa Agnelli.Bene così."

Alè! http://www.carmillaonline.com/archives/2006/09/001940.html#001940
Due parole

Forse doverose per battezzare questo spazio, personalissimo.
Si anch'io inquino la rete, la intaso, contribuisco a riempirla di chiacchiere, ma non ho resistito.

Nato per caso questo Blog è tutto nel suo primo post.
Qui riverserò quello che mastico e più o meno digerisco.
Spero che diventi un nodo di qualche rete più o meno piccola e spero sia utile a qualcun'altro oltre a me.
Quanto a belle facce:

Prendo paro paro da Josè e pubblico

http://www.marcotravaglio.it/stoccataefuga.htm
Intervistato da Enrico Mentana alla festa nazionale dell’Unità di Pesaro, il ministro degli Esteri Massimo D’Alema, con tutti gli impegni che ha, è riuscito a occuparsi anche della mia modestissima persona, per dire che le vignette di Staino contro il “Beriatravaglio” gli sono piaciute molto: “Ho trovato quella pagina di Staino densa di significati e non è un mistero che io mi trovi spesso in totale disaccordo con quanto scrive Travaglio”. Sarà contento Staino: se la satira, per definizione, è contro il potere, dev’essere consolante per un vignettista ricevere gli elogi del vicepresidente del Consiglio per aver attaccato un giornalista critico con il maggiore partito di governo. Il tutto, nella kermesse dedicata all’Unità, dove il sottoscritto scrive quasi ogni giorno, eppure è stato democraticamente bandito da tutte le feste dell’Unità.Scelta del resto perfettamente coerente, se si pensa che D’Alema, a Pesaro, era amichevolmente intervistato dall’amico Mentana, che gli dà del tu e che, essendo un dipendente di Berlusconi, alle feste dell’Unità è sempre il benvenuto. Lo Statista di Gallipoli ha poi difeso l’indulto, raccontando che è servito a liberare “15 mila disperati” e “soltanto pochi imputati eccellenti”: è la solita bugia, visto che il vero problema non sono i pochi eccellenti che escono dal carcere, ma i tanti che non ci entreranno più in caso di condanna, fra i quali Tanzi & C., Cragnotti & C., Geronzi & C., Moggi & C., e naturalmente Fazio e i furbetti del quartierino, fra i quali un certo Giovanni Consorte che D’Alema dovrebbe conoscere bene, almeno telefonicamente.Nella sua strenua difesa dei “disperati”, che lui incontra sempre quando va in barca, D’Alema ha infine tenuto a precisare di non aver mai condiviso i sentimenti pro Mani Pulite di “quello che viene definito il popolo della sinistra”: lui ha “sempre avuto in spregio il giustizialismo, fedele ai miei ideali della giovinezza: sono rimasto un libertario”. Tutti possono immaginare quanto fosse libertario uno con quella faccia e con quel passato, fra un pellegrinaggio a Mosca e un lancio di bombe molotov. Uno che ancora qualche anno fa scriveva: “Quelli che rubano bisogna metterli in galera. Purtroppo questo non si può fare perché la maggioranza, in genere, li protegge. Questo è il vero scandalo che i giornali dovrebbero denunciare e invece non lo fanno, per complicità” (24 ottobre 1988). E ancora: “Il fatto che non si comprenda che la questione morale è in questo Paese, forse, la fondamentale questione politica, dimostra la cecità di una classe dirigente: ed è un dramma per l’Italia” (23 gennaio 1992). Sembra incredibile, ma persino D’Alema, in un lontano passato, diceva cose sensate. Anche gli orologi fermi, due volte al giorno, segnano l’ora esatta.

martedì, settembre 19, 2006

Ho fatto la cacca
e non aveva una bella faccia