domenica, settembre 07, 2008

Santissima dei Naufragati - Vinicio Capossela


___________________________



La nave battè sul fianco sinistro, non c’erano scogli, ma sbatteva, e il mozzo si chiedeva il perché, anche il capitano si chiedeva il perché, ma nessuno guardava dove bisognava guardare. Il cuoco, grasso e panciuto, girava il suo mestolo in una pentola vuota giù in cambusa eppure per lui tutto intorno l’odore di zuppa rendeva il mondo un po’ più acquoso. Forse perché dalle falde che si aprivano tra le travi l’acqua accompagnava il sale fino ai suoi piedi.

La vedeva il cuoco, la vedeva accanto a lui sorridere indecisa eppure lei non era lì o forse….Il Capitano abbandonò il timone, la pipa si spense quando l’onda lo prese in pieno, sapeva,fin da cadetto, che il giorno che la pipa si sarebbe spenta avrebbe visto qualcosa di ultimo,qualcosa che sarebbe rimasto fermo, la sua immagine fu il mozzo che ballava sul ponte ridendo, ballava bel giovane mentre lui scivolava nel nulla del mare scuro. Cosa vide il cuoco allora?

La vide, la sua dolce o vide tra le falde il capitano, o semplicemente vide l’acqua ormai sopra le ginocchia, che suono celestiale hanno le vele che si strappano e le travi che si sfasciano, una nave, un mozzo, un capitano e un cuoco; perché fossero lì, chi avesse in mano la loro rotta era incerto ma ora potevano fare quello per cui erano partiti, ora era possibile morire e risorgere al contempo, forse perché quel tempo era, quel tempo era l’ultimo che gli era rimasto.



Julian

2 commenti:

Unknown ha detto...

Good good good......

Unknown ha detto...

ok vinicio non è nellamia top ten,
grande artistaok però:
troppo eccentrico, io non lo capisco e l'emozione non sale, per quanto infarcisca i pezzi di belle suggestioni, tipo questo qua.

Sarà che sono ggiovane e ascolto mmussica gggiovane.